Ci sono etichette di vino che sono più iconiche e conosciute a livello mondiale rispetto ad altre. Ci sono aziende che cambiano spesso le loro etichette per dare la sensazione di svecchiare o per seguire l'ultima moda. Ma in alcuni casi è solo una questione di marketing, con poca qualità dietro. Il bello è quando l'etichetta elegante e ben riuscita esalta il gusto di un vino unico ed eccellente.
Come capire se quell'azienda tiene di più al contenuto che all'immagine? Quando utilizza un'etichetta dal design leggero, in grado di lasciare per l'appunto spazio al prodotto. Quando l'etichetta tende a fare rumore, invece, è il segnale che forse la qualità non sarà eccelsa. Andiamo comunque a scoprire la ton ten delle etichette di vino meglio riuscite sul mercato mondiale.
Sul Sassicaia Tenuta San Guido, notiamo una rosa dei venti, che è lo stemma della famiglia Incisa. Oggi è uno dei brand italiani più conosciuti e riconoscibili al mondo. Sul Domaine de la Romanee-Conti circola la voce che siamo di fronte all'etichetta più elegante per il vino più buono al mondo. Caratteri e design non hanno tempo. Tutte le bottiglie della vigna Domaine riportano la stessa etichetta, a cambiare è solo il nome del vino.
Passiamo allo Chateau Petrus Bordeaux Saint Emilion, ovvero il merlot più famoso sul pianeta. La sua etichetta è un'icona mondiale, il tatuaggio più diffuso per chi è appassionato di vino. Con il Belle Epoque champagne Perrier-Jouet si viene trascinati direttamente nella Parigini dell'800. Fiori della Belle Epoque evocano i locali frequentati dagli artisti con le coppe di champagne che non potevano mancare. Maximin Grunhauser è un'etichetta Riesling, quindi tra le più elaborate. Ci sono disegni, stemmi e scritte gotiche.
Lo Chateau Mouton Rothschild, dal 1945, ogni anno si è avvalso della collaborazione di un grande artista per l'etichetta. Si contano nomi del calibro di Mirò, Picasso, Warhol, Dalì. Torniamo in Italia con il Montevertine Pergole Torte: campeggia sull'etichetta il ritratto di una donna, che cambia ogni anno grazie al pittore Alberto Manfredi, morto nel 2000. Sul Donnafugata siciliano ogni etichetta rappresenta la personalità del vino che si troverà dentro la bottiglia. Il Penfolds riporta un'etichetta bianca con scritte in nero e il nome del marchio in rosso. Infine troviamo il Gaja dall'etichetta molto semplice: due soli colori, il bianco e il nero, poche informazioni. Come dire che il vino parla da solo.